La scuola non si ferma’ è il motto che sta animando, in maniera unanime, tutto il personale dell’Istituto di Istruzione Superiore “Francesco La Cava” – Bovalino (RC), che nella scuola vive e, quotidianamente, vi opera: Capo d’Istituto, docenti, personale ATA, studenti, famiglie. Da quando, per disposizioni governative, il sistema scolastico nazionale ha subito un improvviso segnale di arresto, nelle ordinarie attività didattiche ed amministrative giornaliere, per agevolare il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, la straordinarietà dell’evento ha obbligato ciascun operatore, coinvolto a vario titolo nel processo di insegnamento-apprendimento, a ripensare al modello tradizionale dell’istituzione-scuola, sotto i più disparati aspetti, confermando l’elevato livello di condivisione del patto educativo intessuto con l’utenza.

A livello di comunità professionale, ci si è posti il problema di rivisitare la rete degli snodi necessari al funzionamento: rivedere e trasferire l’organizzazione in altri ambienti, ricostruendo una serie di spazi virtuali e piattaforme, che potessero fungere da efficace ed efficiente struttura portante, allo scopo di assicurare l’erogazione del servizio prettamente didattico e la garanzia dell’espletamento di attività amministrative indifferibili.

Nella consapevolezza che la scuola si configura come un ‘ambiente di apprendimento’ creativo ed altamente formativo, come luogo di manipolazione dei diversi codici simbolici, in cui lo spazio fisico deve avere delle connotazioni umane, esperenziali e relazionali, che esaltino assidui scambi ed intrecci di sapere, favorendo lo sviluppo di competenze trasversali di Cittadinanza attiva, al fine di mantenere un legame di valore con gli studenti, l’Istituto ha, sin da subito, posto in essere modalità concrete per salvaguardare la continuità della funzione educativa, cui è costituzionalmente demandato, garantendo peraltro la presenza costante di un saldo punto di riferimento per la collettività dei suoi fruitori.

Declinando fattivamente le indicazioni operative del MIUR, ha prontamente avviato lo smart working – lavoro agile come regolare modalità di svolgimento della prestazione lavorativa del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, in maniera tale da limitare gli spostamenti per raggiungere la sede di servizio ed evitare il propagarsi della pandemia, ed attivato per tutte le classi percorsi di DAD – didattica a distanza, con il prezioso intento di mantenere un filo invisibile, un legame con i propri alunni, proponendo loro stimoli didattici, piste culturali, impegnandoli in attività di studio, entrando nella personale routine di queste giornate, stravolte negli abituali ritmi esistenziali.

Operando in sinergica collaborazione tra loro, tutti i docenti, sollecitati dall’alacre stimolo promosso dalla Dirigente Scolastica, dr.ssa Caterina Autelitano, da sempre professionista attenta a far fronte ai bisogni culturali del territorio in cui la scuola, con i suoi variegati indirizzi di studio, insiste, dall’Animatore digitale e dal Team dell’innovazione digitale, si sono adoperati per innescare modalità di didattica a distanza, utile a colmare il ‘tempo vuoto’ della consueta prassi diurna, che prevede l’utilizzo di piattaforme educative, software ed applicazioni, con la correlata creazione di classi virtuali, quali Edmodo, WeSchool, G-Suite, Moodle, Zanichelli, la condivisione di contenuti digitali, la somministrazione di test e di sondaggi, la realizzazione di bacheche online per presentazioni, documenti, mappe, foto, video oltreché l’utilizzo di webcam.

È d’obbligo evidenziare che la didattica on-line richiede una maggiore duttilità ed una disponibilità al riadattamento più immediata e disorganica dell’usuale didattica in aula-fisica, a cui non tutti, per inclinazione naturale, sono avvezzi.

D’altro canto, secondo consolidata tradizione, per insegnare ed apprendere è indispensabile la vicinanza, emotiva, emozionale che si disegna con lo sguardo, il tono della voce, l’intelligenza del gesto al passaggio opportuno di una lettura, di una spiegazione, di un esercizio, di una funzione matematica, fattori questi la cui assenza non ha disorientato, in alcun modo, il corpo docente proteso ad applicare, in breve tempo, un’insolita ed eclettica modalità ad adiuvandum di quella in presenza.

A ciò, si aggiunge la rimodulazione della progettazione didattica e disciplinare, dettata da una mutata cornice di applicazione, che non perda di vista la prospettiva curricolare, tenendo conto del canale della comunicazione, della fattibilità rispetto alla modifica del setting scolastico, dei tempi di studio «a domicilio», delle effettive dotazioni multimediali degli alunni, del loro coinvolgimento personale e diretto, in modalità sincrona ed asincrona.

In questo particolare momento, è auspicabile una gestione condivisa della situazione eccezionale; ognuno è chiamato ad un impegno e ad un compito nuovo: occorre solo un maggiore sforzo, un’apertura mentale 3.0 per fare grading, ovvero selezionare l’elemento più fruttuoso e condividerlo con i mille vettori, messi a disposizione dall’universo tecnologico, con una sorprendente risposta alle sfide che il ciclo storico, inevitabilmente, ci impone.